Bimbi ci risiamo, o un v’è ancora venuto a noia di sta’ a sentì i discorsi dell’Osvaldo? Dove s’era rimasti? Perché mi sono addormentato e ’un me lo ri’ordo più, ma ’un m’avranno mi’a dato anche una botta in testa e c’ho l’amnesie con la perdita della memoria a breve termine? Senti che linguaggio forbito ti sciorino, nemmeno avessi fatto la Normale, se’ondo me l’oche ce le pigliano alla Normale, voi che dite? Sapete ’na storia voi di ’urtura, è già tanto se mi state a sentì e capite tutto. Via, fatemi riprende il discorzo, di quando ero lì che m’ero dato per perso e ha sonato ’r campanello…
“Chi è?” ha detto la mi’ aguzzina con fare stinfio. “Le guardie ecozoofile signora, ci restituisca l’oca!”.
Attenzione, corpo di scena! Quando ho sentito pronuncià ’r mi nome mi son risvegliato dar torpore e mi son messo a starnazzà che ’n Campidoglio m’avrebbero dato ’na medaglia: “Sono quaaaaa sono quaaaaa!!!”.
Lei, furba come ’na faina, ha avuto subito la risposta pronta: “Ma io l’ho trovata abbandonata e l’ho presa per dargli da mangiare, qui sta bene”.
Vieni, Madre Teresa di Carcutta! Chètati un popò e fammi parlà me vai: “Aiutooooooooo!!!!!” ho starnazzato più forte che potevo. Menomale che quelle son le guardie apposta per salvà gli animali e ci ’apiscono, in du’ parole hanno spiegato alla simpati’ona che rubà l’oche è un reato come quell’arti, e che la denunciavano per furto dell’Osvaldo. Allora lei s’è impaurita e muta come un muggine m’ha consegnato a quella brava gente che, l’ho capito subito, mi voleva riportà a casina mia.
Difatti quando ho visto ’r Ponte dell’Impero, ’r mi ponte, dalla commozione mi s’è seccato ’r becco! Che bellezza, ’un sapevo come ringrazialli, soprattutto quella bimba che m’ha accarezzato tutto ’r tempo per tranquillizzammi, bellina sei, gli volevo dì, dammi anche varcosa da mangià invece di lisciammi e basta che mi sento svilì dalla fame. Quando ho messo le zampe sul mì argine mi son sentito rinasce’. L’Arno gente è proprio la mì ’asa, c’è po’o da fa’. Mi dispiaceva lascialli lì senza ringrazià a dovere, ma volevo andà a bagnammi le zampe ner mì fiume, non so se avete presente… da sentissi riave’! E mentre piano piano scendevo giù l’ho sentiti tutti contenti che dicevano: “Via è andata bene, menomale siamo arrivati a tempo”. E la bimba: “Certo, non dovrebbe stare da solo l’Osvaldo”. “Eh no” fa quell’altro. Io allora ho fatto finta di pulimmi le piume e ho drizzato l’orecchi. Diamine, mi par di sentivvi: “O da quando in qua l’oche c’hanno l’orecchi!”. Ma ora se’ondo voi se mi metto a divvi come fanno l’uccelli a sentì i suoni ci capite varcosa? Seee, bonaaa! È una storia compriata che ci studiano fior fiore di scienziati e ’un ve lo sto a spiegà, fidatevi e basta: ci si sente anche noi! Sicché, dicevo, ci pensano un attimo e poi lui fa: “Eh sì, solo non va bene. Bisognerebbe trovargli una compagna all’Osvaldo”. A lei gli brilla l’occhi, le donne son fatte così: gli basta sentì parlà d’amore, d’inciuci e vanno subito in brodo di giuggiole. Ora, anche a me questa storia della compagna ’un m’ha lasciato indifferente son sincero. Cioè, io ci sto benone qui eh, c’ho un mucchio d’amici, ma a esse’ onesto, a parte il periodo che c’era il chiorbone, ’r derfino intendo giù, e quarche gabbiano per scambià du’ parole, un po’ solo mi ci sento.
Lo sai che ’un è una cattiva idea codesta! Mi son sentito tutto ringalluzzì, una compagna, un’oca, bella roba de’! Te lo immagini! Però, ho pensato, e se poi ’un gli garbo? Ultimamente mi sono un po’ appesantito in effetti, forse mi dovrei mette’ a dieta… darmi ’na lustrata alle piume che però son belle esagerate, bianche che pare c’abbia appena nevi’ato sopra. Giù, sono un bel ragazzo va detto, come fo a ’un garbagli a un’ochetta se me la portano? Gli garbo di si’uro, garantito al limone!
E con questa bella notizia, contento d’esse tornato a casa in piume e ossa, mi sono tuffato nell’acqua; le guardie mi guardavano soddisfatte, sia d’avemmi liberato che di ave’ avuto l’idea dell’oca gemella, che è un po’ come l’anima gemella che voi umani ci siete fissati, ci fate anche l’oroscopi. Solo che noi armeno siamo più semplici, ci si vole bene e si divide pani e pesci, senza tante arte beghe. A voi invece vi garba compriavvi la vita, ma son gusti eh, per carità.
Insomma bimbi, avete capito, cosa m’è successo ora… di caffè n’avrete presi sette o otto nel mentre e bene ’un vi fanno, poi v’innervosite, ma armeno n’è varsa la pena di stammi a sentì, spero.
Io per conto mio posso dì d’avè imparato diverse lezioni da questa (dis)avventura.
Primo che non tutti gli umani vengono per nuocere, come i mali del resto, dato che forse alla fine della fiera ci trovo anche moglie, sul mì argine. Se’ondo che l’amici son sempre la cosa più importante e senza siamo der gatto. Terzo… ora ’un me lo ri’ordo, ma intanto vo’ a fa’ ’r bagno e ci penso. Se poi mi torna a mente ve lo ridi’o, inanto se passate di vì fatemi un saluto e soprattutto portatemi varcosa da mangià. Che a mettemi a dieta tanto sono a tempo, e poi l’Osvaldo è bello così.